Decalogo

 L’ORATORIO

“Colora il gioco,dipingilo d’amicizia”

ovvero

il decalogo dell’animatore che ha l’oratorio nel cuore

 

Noi ci impegniamo a fare un oratorio così:

 

1. Un oratorio bello.

In oratorio viviamo relazioni belle (il bello è la manifestazione del bene), relazioni sincere, gratuite, relazioni che suscitano stupore, che fanno la differenza.

La vera differenza fa la differenza. Dove non c’è differenza, c’è indifferenza .

(François Oliver)

2. Un oratorio accogliente, ospitale, benevolo.

In oratorio le porte non le chiudiamo a nessuno che chiede sinceramente di venire: ogni persona è rispettata nella sua dignità; ci vogliamo bene e impariamo a voler bene.

In oratorio si coltiva l’arte di accogliere, di incontrare l’altro: ognuno è ben-voluto, atteso, stimato, amato.

Ogni volto è una cometa

3. Un oratorio pensoso, ricco di idee.

In oratorio non diamo niente per scontato; diamo la caccia all’ovvio; ci facciamo sempre tante domande; ci chiediamo il perché di tutto.

Le idee valgono per quel che costano, non per quanto rendono

(P. Bevilacqua)

4. Un oratorio intelligente.

In oratorio non facciamo cose banali, superficiali per attirare la gente; fuggiamo dai luoghi comuni, non seguiamo le mode; facciamo cose speciali, controcorrente; guardiamo quello che c’è nel cuore delle persone, non quello che appare.

Quello che c’è in fondo al cuore non muore mai.

5. Un oratorio aperto, senza porte.

In oratorio ci prendiamo cura di tutti; andiamo su tutte le strade del nostro quartiere alla

ricerca di tutti: tutti sono cercati, tutti sono desiderati: ognuno offre se stesso al desiderio dell’altro come desiderio dell’altro, perché ognuno desidera un desiderio che lo desidera e tutti desideriamo di essere desiderati

Senza uno sguardo che accoglie., nessun essere umano potrebbe vivere.

Il tu è parola più antica dell’io.

6. Un oratorio attivo, impegnato.

In oratorio lavoriamo insieme, gli educatori e gli animatori fanno squadra; si cammina in cordata.

In oratorio nessuno viene per buttare via il tempo o perché non sa dove andare o che cosa fare; tutti ci prendiamo una responsabilità da svolgere, un servizio da compiere per il bene di tutti.

Tutti sono in campo nessuno è in panchina

7. Un oratorio gratuito.

In oratorio conta di più chi conta di meno; il più grande è il più piccolo; l’altro è un volto da scoprire, accarezzare, contemplare.

In oratorio c’è il rifiuto totale della violenza; non ha spazio la forza; non sono osannati i vincenti, si riparte sempre dagli ultimi perché l’oratorio è di tutti: nessuno deve pagare per venire all’oratorio

Tutti corrono con gli ultimi

8. Un oratorio che cammina dentro la storia.

In oratorio ci facciamo trasportare dal vento della solidarietà; teniamo in mano il bastone del pellegrino e portiamo con noi anche la bisaccia del cercatore, del mendicante, per scoprire la verità di Dio nelle pieghe della storia, per comprendere il senso degli avvenimenti, per costruire un mondo più solidale, più fraterno, più in pace.

La pace incomincia da noi

9. Un oratorio aperto al mistero,

eccentrico, insoddisfatto, sporgente, come un promontorio, sull’Assoluto.

In oratorio cerchiamo spazi di silenzio e coltiviamo una attitudine contemplativa perché il cuore di ogni persona è fatto per Dio:

Il nostro cuore è inquieto finché non riposta in Te

(S. Agostino)

10. Un oratorio dentro la nostra città

La nostra città è viva, ha un volto, un’anima, un destino: Noi vogliamo bene alla nostra città; noi vogliamo aver cura della nostra città; noi vogliamo che nessuno faccia del male alla nostra città; noi vogliamo custodire gelosamente la memoria della nostra città;

La nostra città è la nostra casa, ma è anche la casa dove abita Dio.